L'Europa non va verso la green economy, anzi secondo i dati dell'ultimo rapporto dell'Agenzia Europea dell'Ambiente (Aea), attualmente è in...
L'Europa non va verso la green economy, anzi secondo i dati dell'ultimo rapporto dell'Agenzia Europea dell'Ambiente (Aea),attualmente è in recessione; e con l'attuale andamento non sarà possibile per la Ue raggiungere un'economia low carbon entro il 2050.
Il rapporto evidenzia una tendenza al peggioramento su tutti i fronti: uso di carburanti fossili, tutela della natura, inquinamento dell'aria, fino agli effetti dei cambiamenti climatici. “Le politiche ambientali e sul clima se ben disegnate funzionano, ma per il 2050 serve un approccio più sistematico. Una transizione nei campi dell'energia, dei trasporti, di consumi alimentari e di materiali sarà essenziale. Potremmo diventare la Silicon Valley dell'economia 'low carbon', creare posti di lavoro, ma servono azioni urgenti e più coraggiose", ha spiegato Hans Bruyninckx, direttore esecutivo dell'Aea.
Il settore dei trasporti è ancora incentrato sull'auto mentre sarebbe necessario implementare un sistema di trasporto pubblico al passo con i tempi, oltre che più sostenibile a livello economico, ambientale e per migliorare lo stile di vita delle città. Il passaggio all'auto elettrica non è la soluzione secondo Hans Bruyninckx, direttore esecutivo dell'Aea, che spiega: “bisogna ripensare il ruolo dell'auto, che oramai appartiene al passato. I finanziamenti per sostenere tale evoluzione del trasporto vanno presi dai sussidi ai carburanti fossili, oramai insostenibili”.
L'inquinamento dell'aria è da allarme rossoma il problema maggiore è la produzione dei rifiuti, che è diminuita di appena l'1% fra 2004 e 2012. Il tasso di riciclo medio dell'Ue nel 2012 si è attestato a quota 29%, contro il 22% del 2004. Anche l'Italia si è data da fare su questo punto (passando dal 18% al 38%) ma ricorre ancora troppo alla discarica, che in altri Paesi è stata quasi eliminata.
Gli ecosistemi marini sono quelli in condizioni peggiori, ma quelli terrestri non sono da meno: situazione negativa per il 60% delle specie e il 77% degli habitat.
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