mercoledì 22 luglio 2015

Grecia: ecco la prima città dove provano a vivere senza l'euro




In Grecia c'è già chi prova a vivere senza euro, ma con una propria moneta. Da ben prima che il falco tedesco Wolfang Schaeuble ipotizzasse una Grexit temporanea, con ritorno alla Dracma, nella città di Volos si usava il Tem, una moneta parallela all'euro. 140 mila abitanti circa, a nord-est di Atene nella Tessaglia, Volos è la prima città della Grecia che prova a sfruttare il meccanismo di una moneta nata sul web, non ancora stampata, ma che aiuta a far girare l'economia interna.
La genesi - All'inizio sono stati in 50 ad iscriversi sul sito dell'ingegnere informatico Christos Papaioannou, a ognuno è stato rilasciato un credito di 300 Pcs. Oggi sono in 800 tra commercianti e cittadini che fanno scambi e vendono prodotti e servizi.
Cosa è - I promotori, scrive Il Giornale, chiariscono che non si tratta di una vera e propria moneta, ma giocando sulle parole la chiamano unità di scambio che un gruppo di persone usa tra loro. Lo scopo è permettere ai commercianti di svuotare i magazzini pieni di merce invenduta e ai cittadini rimasti senza euro contante di acquistare beni di prima necessità.
I limiti - Il Tem gode del suo valore solo all'interno della rete degli iscritti. Tutto quello che è fuori deve essere ancora pagato con l'euro, dagli affitti al carburante passando per le bollette delle utenze domestiche. Chi è riuscito a guadagnarci, ad esempio, è stato un gruppo di coltivatori che ha scelto di smaltire la propria produzione nel solo mercato interno cittadino: usando il Tem come valuta sono riusciti a vendere frutta e verdura a prezzi vantaggiosi.

I favori del governo alle lobby del tabacco



"Come la Fondazione Vedrò dell'allora premier Enrico Letta veniva finanziata dalle lobby del gioco d'azzardo, poi ricompensate con il famoso condono da 2,5 miliardi nel decreto Imu, così oggi scopriamo che anche la Fondazione Open dell'attuale Presidente del Consiglio è finanziata da lobby come la British American Tobacco (BAT), che nel 2014 ha versato nelle casse della Fondazione 100 mila euro. Secondo un'inchiesta pubblicata oggi dal Fatto Quotidiano, a luglio scorso il Ceo della multinazionale delle sigarette incontra il premier proprio nei giorni in cui si parla del riordino delle accise sul tabacco e più tardi, secondo la ricostruzione de Il Fatto, la partita si chiude con la BAT che ottiene per le marche di fascia bassa di sigarette una tassazione più agevolata rispetto a quella prevista in principio, evitando così il pericolo di una stangata. Alla luce di quanto emerso da questa inchiesta ci chiediamo: è normale che un Presidente del Consiglio possa continuare a farsi finanziare la propria Fondazione da grandi gruppi di potere direttamente interessati dalle scelte dell'esecutivo? Quanto questi finanziamenti arrivano a condizionare queste scelte? Sono domande legittime, che se inevase gettano ombre inquietanti sull'azione del governo. Per questo chiediamo che il premier venga a riferire in Parlamento." Bruno Marton, capogruppo M5S Senato

Mafia, pentito: "Alfano portato da Cosa Nostra. Berlusconi pedina di Dell'Utri



Incredibili dichiarazioni rilasciate dal killer di Barcellona Pozzo di Gotto, ce ne parla Giuseppe Pipitone sul fatto quotidiano:
" Il ministro dell'Interno Angelino Alfano? "Portato da Cosa nostra, ma poi gli ha voltato le spalle". Forza Italia? "Nata per volere dei servizi segreti". Silvio Berlusconi? "Una pedina nelle mani di Marcello Dell'Utri". Il pm Nino Di Matteo? "Lo vogliono morto sia Cosa Nostra che i servizi segreti". Parola di Carmelo D'Amico, l'ex killer di Barcellona Pozzo di Gotto, oggi diventato l'ultimo super testimone dell'inchiesta sulla Trattativa tra pezzi dello Stato e Cosa Nostra.
È un collaboratore importante D'Amico, un pentito che i pm del pool Stato - mafia considerano altamente credibile. Merito delle confidenze raccolte nei due anni trascorsi in carcere con Nino Rotolo, il boss di Pagliarelli fedelissimo di Bernardo Provenzano. "Rotolo mi disse che Matteo Messina Denaro non è il capo di Cosa nostra, perché è il capomandamento di Trapani: ma il capo di Cosa nostra non può essere un trapanese, deve essere palermitano", è uno dei tanti passaggi della deposizione di D'Amico, ascoltato come testimone dalla corte d'Assise di Palermo che sta processando politici, boss mafiosi ed alti ufficiali dei carabinieri per il patto segreto tra pezzi delle istituzioni e Cosa Nostra."

Tsipras avrebbe chiesto alla Russia 10 miliardi di dollari per stampare la dracma




l primo ministro greco Alexis Tsipras avrebbe chiesto al presidente russo Vladimir Putin 10 miliardi di dollari per stampare dracme, secondo quanto riporta il quotidiano "To Vima",
Il quotidiano cita Tsipras dire nella sua ultima intervista principale all'emittente nazionale greca ERT che "affinché un paese possa stampare la propria valuta nazionale, ha bisogno di riserve in valuta forte"
La risposta di Mosca è stata una menzione vaga di un anticipo di 5 miliardi di dollari sulla costruzione del nuovo gasdotto che passerà attraverso il territorio della Grecia. Tsipras avrebbe inviato le richieste di prestito simili a Cina e l'Iran, ma senza alcun risultato, dice il rapporto.
L'idea di introdurre una nuova moneta nazionale è stato esaminata da tecnocrati e dei lavoratori greci ministero delle Finanze, che hanno studiato il modello della secessione della Slovacchia dalla Cecoslovacchia all'inizio del 1993 e l'introduzione della corona slovacca, ricostruisce To Vima
Tsipras stava progettando il ritorno alla dracma dall'inizio del 2015 e contava sull'aiuto della Russia per raggiungere questo obiettivo. Secondo il quotidiano Panos Kammenos, Yiannis Dragasakis, Yanis Varoufakis, Nikos Pappas, Panagiotis Lafazanis e gli altri membri chiave della coalizione erano a conoscenza del suo piano.

domenica 19 luglio 2015

MOSTRUOSO – Ex-manager dichiara: “Alle Case farmaceutiche non importa guarirvi. Voi non siete pazienti, siete consumatori”



«Ho speso 35 anni della mia vita lavorando nell’industria farmaceutica … e loro non fanno altro che annientare la popolazione di questo mondo … perché lo fanno? Perché vogliono fare soldi, soldi, soldi … A loro non importa della vostra vita, a loro importa solo del loro portafogli … Non sono interessati a curare nessuna delle vostre malattie: tutt’altro. Sono interessati a farvi prendere NUOVE malattie … Voi per loro non siete pazienti. Siete consumatori.»

Chi parla è John Rengen Virapen, ex rappresentante di commercio per la filiale Eli Lilly & Co, uno dei colossi farmaceutici mondiali che compongono la Big Pharma. Virapen non è un santo, ma un pentito. La sua testimonianza è visibile su un video diffuso da Youtube (che è in fondo all’articolo), un estratto dal Convegno AZK che si tenne in Germania nel maggio 2009. Un anno dopo, lo stesso Virapen pubblicò un libro per raccontare nel dettaglio i meccanismi che stanno alla base del mercato dei medicinali. Il libro si titola “Side effects: Death. Confessions of a Pharma-Insider” (“Effetti collaterali: morte. Confessioni di un membro interno della Pharma”) ed e disponibile anche su Amazon.
Nel libro, Virapen si sofferma a lungo nel raccontare il caso “Prozac”.
«Io ho corrotto il governo svedese per ottenere l’autorizzazione a vendere il Prozac in Svezia. E la Svezia ha il Premio Nobel per la Medicina. E così l’evento è stato un esempio per gli altri paesi. Perché l’ho fatto? Perché la società mi disse che la mia carriera professionale avrebbe potuto dipendere da questo…»
Nato in Guyana (Sud America) da genitori indiani, nel 1960 Virapen emigrò in Europa, affamato e senza casa. Presto si trasferì in Svezia, mosso dall’amore per una donna che incontrò nei suoi viaggi. E lì ottenne un lavoro come rappresentate di commercio per la Eli & Co. Virapen contattava i medici locali, li corrompeva con piccoli regali e li incoraggiava a prescrivere farmaci della sua azienda. Così iniziò la sua scalata professionale alla Lilli & Co, di promozione in promozione, fino a diventarne un dirigente. Oggi Virapen è in pensione e – reo confesso – punta il dito sul sistema, denunciando il meccanismo che muove tutto il mercato delle industrie farmaceutiche. Secondo l’ex dirigente, le lobby farmaceutiche hanno il solo scopo di fare sentire le persone malate e di proporre loro nuovi farmaci.
Non sappiamo cosa abbia mosso Virapen a una denuncia tanto trasparente, tuttavia la sua non è una voce isolata.
Gli effetti collaterali sono alla base della medicina allopatica e, come abbiamo già spiegato più volte in questo blog, sono sempre presenti. E così il paziente che prende un antinfiammatorio per curare un dolore muscolare, danneggia inevitabilmente il suo stomaco, poiché i FANS agiscono bloccando la produzione di prostaglandine, una proteina che viene secreta nel corpo in caso di infiammazione ma che, allo stesso tempo, è sempre presente a livello della mucosa gastrica con lo scopo di proteggere lo stomaco.
Le terapie sintomatiche, come accusa Virapen, sfruttano gli effetti collaterali per creare dipendenza dai farmaci. Il paziente guarisce da una malattia, ma poi ne manifesta un’altra. E allora torna a rivolgersi dal medico.
Come si potrebbe evitare tutto questo?
Il nostro corpo in realtà è una macchina perfetta che ha già dentro di sé tutte le risorse per auto-guarirsi. Qualsiasi medicina prendiamo, alla fine è il nostro sistema immunitario che ci permette di recuperare la nostra salute. Infatti ogni sostanza non è altro che un informazione che diamo al nostro corpo affinché esso compia un comando. Il sistema immunitario legge l’informazione e provvede ad auto-rigenerarsi. Prima della medicina farmaceutica, l’uomo si curava riequilibrando le informazioni del proprio corpo in diversi modi. Nel libro The Healing Code, il dottor Alexander Loyd spiega che la storia dell’uomo può essere divisa in cinque “età” della guarigione: preghiera, fitoterapia, farmaci, chirurgia ed energia.
La preghiera è stato il primo modo con cui l’uomo cominciò a comunicare con il suo inconscio, che è la parte della nostra mente che regola tutte le nostre funzioni biologiche. Poi la fitoterapia sfruttò le informazioni di determinate piante o minerali o vitamine; successivamente si sviluppo la farmacia, che cura attraverso la somministrazione di sostanze chimiche (le quali, però, hanno sempre effetti collaterali); infine è arrivata la chirurgia, che “rimuove” il problema attraverso un intervento operatorio.
E l’energia?
L’energia è l’ultima frontiera della medicina, quella che il dottor Giuseppe Genovesi, presidente dello PNEI, ha già definito la Medicina Moderna. Essa si sviluppa in seguito alle scoperte della Fisica Quantistica, da Albert Einstein in avanti, ma in realtà fonda le sue origini in tempi molto più antichi: la medicina tradizionale cinese, infatti, già seimila anni fa curava riequilibrando i flussi di energia nel nostro corpo attraverso l’agopuntura o i cinque elementi.
Oggi, il Metodo RQI del dr. Marco Fincati attinge al sapere antico e lo fonde con quello più recente, basandosi su un modus operandi scientifico e, quindi, riproducibile da chiunque. Se il nostro corpo ha già tutte le risorse per auto-star-bene, tutto quello che ci serve per la nostra salute è maggiore consapevolezza in quello che siamo. E allora saremo davvero liberi dal sistema, dai farmaci e dai loro effetti collaterali.

"MI VERGOGNO DI ESSERE POLIZIOTTO. CI SIAMO SCHIERATI CONTRO LA NOSTRA GENTE PER FARE POSTO AI CLANDESTINI”




(di Francesco Curridori) - "Per la prima volta in vita mia, e sono vent’anni che sono in polizia, mi vergogno di essere un poliziotto.


Mi vergogno per quello che i miei colleghi hanno fatto a Casale San Nicola. Se fossi stato lì avrei abbandonato la divisa e mi sarei unito alla gente: alla nostra gente". Lo scrive al giornale online voxnews un agente contrario ai metodi usati ieri per sgombrare il presidio dei residenti del quartiere romano che sono stati caricati dalla polizia dopo l'arrivo dei 20 profughi che alloggiano presso la ex scuola Socrate, ora adibita a centro d'accoglienza.


"Come è possibile, - si chiede il poliziotto - esserci ridotti a manganellare le nostre madri e i nostri padri, per eseguire gli ordini di ladri e mafiosi che stanno al governo? Ci siamo schierati contro la nostra gente per fare posto ad un centinaio di clandestini, che poi sono gli stessi che ogni giorno troviamo a spacciare per le strade di Roma!". E poi arriva un appello che ha del clamoroso: "Io mi rivolgo ai miei colleghi: rifiutatevi! Non obbedite agli ordini di un prefetto come Gabrielli, che ha l’unico scopo di fare carriera politica nel Pd". 

"E voglio dire ai cittadini che la maggioranza dei poliziotti sono con loro. Ma la questura, - continua il poliziotto - quando c’è una situazione simile, seleziona gli agenti, manda a manganellare chi non vuole i profughi i “poliziotti adatti”, quella minoranza che per quattro soldi è pronta a tutto. Sanno che se mandassero poliziotti scelti a caso, disobbedirebbero agli ordini". "Da poliziotto - conclude l'agente - chiedo scusa ai residenti di San Nicola, come cittadino sono con voi!".