giovedì 30 aprile 2015

CIBI CONTAMINATI DAI METALLI PESANTI: ELENCO DELLE MARCHE DA EVITARE !!



Uno studio ha dimostrato che vi sono prodotti alimentari (regolarmente in commercio) contenenti particelle di metalli pesanti altamente cancerogene.
La ricerca condotta da due scienziati di Modena, il dott. Stefano Montanari e la moglie dott. Antonietta Gatti, ha dimostrato la presenza di sostanze altamente inquinanti e nocive per la salute umana, contenuti in numerosi prodotti alimentari attualmente e regolarmente venduti in Italia ed anche nel resto del mondo.
Lo studio (portato alla ribalta da Beppe Grillo, il primo a diffonderne i dati) ha messo in evidenza come questi prodotti contengano particelle di metalli pesanti fortemente cancerogene, provenienti dal fumo di termovalorizzatori, ovvero i classici inceneritori dei rifiuti.
Secondo i due scienziati queste microparticelle potrebbero risultare ancora più pericolose delle macroparticelle dei gas di scarico delle auto, perché entrano nel nostro sangue e si annidano negli organi rimanendovi per sempre, aumentando il rischio di un cancro.
Subito dopo i risultati dello studio gli stessi scienziati hanno inviato alle aziende interessate i risultati delle loro analisi senza ricevere alcuna risposta.
ECCO L’ELENCO
Pandoro Motta: Alluminio, Argento
Salatini Tiny Rold Gold (USA): Ferro, Cromo, Nichel (cioè acciaio), Alluminio
Biscotti Offelle Bistefani: Osmio, Ferro, Zinco, Zirconio, Silicio-Titanio
Biscotti Galletti Barilla: Titanio, Ferro, Tungsteno
Macine Barilla: Titanio
Granetti Barilla: Ferro, Cromo
Nastrine Barilla: Ferro
Biscotti Cuor Di Mela (Mulino Bianco): Ferro, Zinco, Cromo, Zirconio, Silicio, Osmio, Titanio, Alluminio, Manganese, Solfato di Bario
Plum cake allo yogurt Giorietto Biscotti: Ferro. Cromo
Ringo Pavesi: Ferro, Cromo, Silicio, Alluminio, Titanio
Pane carasau (I Granai di Qui Sardegna): Ferro, Cromo
Pane ciabatta Esselunga: Piombo, Bismuto, Alluminio
Pane morbido a fette Barilla: Piombo, Bismuto, Alluminio
Paneangeli Cameo: Alluminio, Silicio
Pane Panem: Ferro, Nichel, Cobalto, Alluminio, Piombo, Bismuto, Manganese
Cornetto Sanson (cialda): Ferro, Cromo e Nichel (cioè acciaio)
Biscotto Marachella Sanson: Silicio, Ferro
Omogeneizzato Manzo Plasmon: Silicio, Alluminio
Omogeneizzato Vitello e Prosciutto Plasmon: Ferro, Solfato di Bario, Stronzio, Ferro-Cromo, Titanio
Cacao in polvere Lindt: Ferro, Cromo, Nichel
Tortellini Fini: Ferro, Cromo
Hamburger McDonald’s: Argento
Mozzarella Granarolo: Ferro, Cromo, Nichel
Chewing gum Daygum Microtech Perfetti: Silicio (cioè vetro)
Integratore Formula 1 (pasto sostitutivo) Herbalife: Ferro, Titanio
Integratore Formula 2 Herbalife: Ferro, Cromo

martedì 28 aprile 2015

Confessione shock di un pentito siciliano:”Ecco chi ordinò l’assassinio di Falcone”.Solo ora la verità?






Invalido si sfoga sulla pagina facebook della Boldrini: gli arriva la Polizia a casa

Mentre aumenta ogni giorno il rischio terrorismo, la polizia è costretta a setacciare il web alla ricerca di razzisti o di disperati che si sfogano (inutilmente) sulla pagina dell’indifferente Boldrini-  
Lascia un commento sul facebook della Boldrini, gli arriva la polizia in casa. E’ caduto dalle nuvole Felice Ferrucci quando giovedì 17 aprile alla sua porta si è presentata la polizia. Stavolta il essere tifoso non c’entrava. Gli agenti lo cercavano per un commento che qualche giorno prima aveva lasciato sulla pagina facebook della presindentessa della Camera Laura Boldrini. Ecco cosa aveva scritto Felice
FerrucciCommentoBoldrini-2
Gli agenti hanno gli hanno spiegato che erano stati allertati dalla polizia di Roma in merito al commento. Il sistema di sicurezza che regola la comunicazione della terza carica dello Stato ha intercettato una frase giudicata a rischio.
“Ma in questo modo si spendono i soldi pubblici?” si chiede Felice, il cui commento al post della Boldrini era soltanto uno sfogo. Lui invalido dal 1993, ha da poco perso la madre ed è disoccupato. “Sono sconcertato se ci ripenso, e nello stesso tempo questa cosa mi fa sorridere. Io non ho offeso nessuno, non ho minacciato nessuno. Quello era uno sfogo, come si capisce perfettamente. E invece arriva la polizia. Ci rendiamo conto?“.
Dopo che Felice ha raccontato l’accaduto agli agenti non ci sono state ripercussioni: “Sono arrivati in casa mia senza mandato e senza neppure aver letto il commento che avevo scritto. Quando gli ho raccontato cosa era successo ovviamente sono andati via” ci spiega. Subito dopo che la polizia ha lasciato il suo appartamento Felice ha deciso di scrivere ancora sulla pagina pubblica della presidentessa della Camera
FerrucciCommentoBoldrini2-2

lunedì 27 aprile 2015

ATTENTI AI VOSTRI RISPARMI: Prelievo forzoso, Bankitalia shock: “I clienti devono contribuire al risanamento di una banca” !!




Prelievo forzoso, un tweet shock partito il 22 aprile dal profilo ufficiale dell’Ufficio Stampa di Bankitalia riporta le parole del Governatore Visco. Che mettono i brividi: “clienti devono contribuire al risanamento di una banca”. Ecco cosa sta per succedere,come racconta Scenarieconomici.it

Se c’erano ancora dei dubbi sulla vera natura e finalità perseguite da questa governance di Unione Europea, ieri la Banca d’Italia ha chiarito ulteriormente come stanno realmente le cose con un tweet sull’account ufficiale dell’Ufficio Stampa.

È notizia infatti che proprio il Governatore Ignazio Visco abbia esortato il sistema bancario italiano a mettere al corrente i clienti che potrebbero dover contribuire al risanamento di una banca in occasione dell’audizione del 22 aprile scorso alla VI Commissione permanente Finanze e Tesoro del Senato.
Il numero uno di Via Nazionale ha fatto questa considerazione in ottemperanza a quanto disposto dai Meccanismi di vigilanza e di risoluzione che costituiscono i veri pilastri su cui si basa l’Unione Bancaria e che entreranno a regime dal gennaio del 2016.
In poche parole ha iniziato a mettere in guardia che potrebbero esserci delle insolvenze a carico di qualche banca italiana e per le nuove regole europee i clienti potrebbero essere chiamati direttamente a contribuire a farne fronte. Praticamente come dire che d’ora in poi chi affida la propria automobile a un parcheggio privato per la custodia, nel caso di fallimento del garagista, se la vede venduta coercitivamente.
La gravità dell’affermazione è duplice perché non solo è formulata dalla massima autorità istituzionale nazionale in materia, ma anche perché la Banca d’Italia esercita la funzione di vigilanza del sistema bancario e potrebbe pertanto già mettere le mani avanti su situazioni di default che nel breve potrebbero verificarsi. O peggio ancora, proprio per la sua funzione ispettiva e di vigilanza, è già a conoscenza che a breve i clienti di qualche istituto bancario saranno letteralmente rapinati per far fronte a default societari.
Inutile ricordare che in Europa si continua indisturbati e in modo arrogante a sfornare sempre più meccanismi automatici vincolanti in totale sfregio delle rispettive Costituzioni ad iniziare dalla nostra.
Nessuno a livello istituzionale ha mai sollevato problemi di palese illegittimità fra il Meccanismo di Risoluzione e l’art.47 della Costituzione che prevede in modo inequivocabile che “La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme…”.
Comunque grazie Governatore Visco per averci ricordato quale sia il vero lato oscuro dell’Europa, forte di chi è ancora disponibile a morire per Maastricht per un ideale che è stato scippato a chi era in buona fede da chi invece vuole portare avanti un disegno sempre più ad appannaggio di pochi interessi e a discapito di molti.
Se inizieremo a vedere anche in Italia le file agli sportelli o ai bancomat per ritirare quel poco che è rimasto dei risparmi accumulati con sacrifici da noi e dai nostri padri in omaggio al “modello Cipro”, si sappia almeno che è per merito di questo sistema a cui ci siamo affidati senza capire nulla mentre una classe politica complice ci faceva strillare e battere la mani in nome del “più Europa”!

lunedì 20 aprile 2015

ATTENZIONE – Nel silenzio più assoluto, ecco arrivare anche da noi il “bail in”. Cosa è? Semplice, se una banca fallisce, non paga più lo Stato, ma le perdite se le dovranno accollare i correntisti!



Crac bancari, il “bail in”: anche in Italia se un istituto fallisce potrebbero pagare i correntisti
Tutto iniziò in Austria. Anzi, tutto inizierà: a luglio entrerà in vigore il regime del cosiddettobail in. Il principio è tanto semplice quanto preoccupante: una banca fallisce? Non paga più lo Stato, ma le perdite se le dovranno accollare i creditori, alias i correntisti. Una decisione che nei fatti, sempre in Austria, era stata anticipata quando si scoprì il maxi-buco nell’istituto Hypo Alpe Adria, una bad bank immediatamente soprannominata la “Lehman d’Europa”. In quella circostanza il ministro delle Finanze austriaco ricordò che, in base alla nuova normativa, i creditori e i correntisti possono essere chiamati acontribuire alle perdite,pur di evitare al contribuente di accollarsi il peso del crac. Un principio, come detto, preoccupante: un ignaro correntista che ha depositato i suoi risparmi nell’istituto bancario, come ricorda in un’analisiwallstreetitalia.com, potrebbe veder evaporare il suo “tesoretto” in un batter di ciglio. Lo Stato, infatti, non garantisce più.
La svolta della Ue - L’Austria, dunque, non garantirà più i depositi bancari, una decisione presa dopo il via libera dell’Unione europea. Fu infatti la stessa Ue, due anni fa, ad approvare la nuova legislazione sul bail in. La prima a far sua la nuova legislazione è stata l’Austria, ma il rischio che il principio si espanda in tutti i Paesi di eurolandia, Italia compresa, è più concreto che mai.
Il sito Goldcore, infatti, ha presentato un grafico (nella foto) nel quale vengono elencati i Paesi che rischiano di vedere introdotto il regime del bail in in caso di crac bancari. Una classifica sinistra: al primo posto c’è la disastrata Grecia, quindi Portogallo e Spagna. Ma già al quarto posto ecco l’Italia,seguita da Francia, Irlanda, Regno Unito, Stati Uniti e Giappone. Nella tabella vengono elencate anchele zone più sicure: prima la Svizzera, poi Germania, Singapore, Canada, Australia, Norveglia, Olanda e quindi Hong Kong.
L’esempio austriaco - Ma per capire come potrebbe funzionare il bail in si deve ancora tornare all’Austria. Le banche, per far fronte ad eventuali buchi di bilancio, dovranno creare unfondo speciale di assicurazione per i depositi bancari, che sarà poi rimpinguato gradualmente nel corso dei successivi di dieci anni (per arrivare a 1,5 miliardi di euro).
Una cifra, 1,5 miliardi, assolutamente irrisoria: rappresenta lo 0,8% dei depositi totali in Austria, e dunque non potrebbe garantire in alcun modo i risparmi dei correntisti. I nostri soldi, dunque, rischiano di non essere al sicuro neppure in banca. Ed in questo contesto tornano alla mente le parole del ministro delle Finanze irlandese, Michael Noonan, che il 27 giugno 2013 affermò: “Il bail in è ora la regola”. Noonan, inoltre, definì “rivoluzionaria” la decisione di non considerare più sacrosanti i depositi. D’ora in avanti i correntisti, anche italiani, dovranno fare molta attenzione alla scelta dell’istituto in cui depositeranno i loro risparmi.

venerdì 17 aprile 2015

Le bugie di Renzi – Unimpresa: “Stangata fiscale da 100 miliardi nei prossimi 5 anni” !!


Una stangata fiscale da oltre 100 miliardi di euro nei prossimi 5 anni. Dal 2015 al 2019 le entrate tributarie dello Stato cresceranno costantemente e arriveranno fino agli 881 miliardi del 2019. Complessivamente nel prossimo quinquennio i contribuenti italiani dovranno versare nelle casse pubbliche 104,1 miliardi in più rispetto allo scorso anno(+13%). Sulle imposte dirette e indirette – principalmente Irpef, Ires e Iva – ci sarà una stretta da quasi 80 miliardi. E la pressione fiscale salirà oltre il 44%. Il bilancio statale non sarà sforbiciato: le uscite cresceranno di quasi 38 miliardi (+4%) e sono stati sterilizzati gli investimenti pubblici, che resteranno stabili attorno ai 60 miliardi l’anno.
Questi i dati principali di un’analisi del Centro studi di Unimpresa che ha preso in esame le tabelle del Documento di economia e finanza (Def) approvato il 10 aprile scorso dal consiglio dei ministri. L’analisi del Centro studi dell’associazione sul Def, appena approvato dal governo, evidenzia Unimpresa, prevede dal 2015 al 2019 le entrate tributarie e previdenziali in costante aumento, fino a 881 miliardi, pressione fiscale sopra il 44%. Su Irpef, Ires e Iva giro di vite da quasi 80 miliardi. Niente spending review: la spesa della Pa salirà nel quinquennio di quasi 38 miliardi. Tesoretto spread da 7,8 miliardi bruciato dagli sprechi. Sterilizzati gli investimenti pubblici: le uscite in conto capitale ferme a 60 miliardi l’anno. Il presidente dell’associazione Paolo Longobardi: “Così non si salva il nostro Paese, presi in giro”.
Secondo l’analisi di Unimpresa, inoltre, nel 2015 le entrate tributarie e previdenziali saliranno a quota 785,9 miliardi dai 777,2 miliardi del 2014; nel 2016 cresceranno ancora a 818,6 miliardi e poi a 840,8 miliardi nel 2017; nel 2018 e nel 2019 arriveranno rispettivamente a 863,2 miliardi e a 881,2 miliardi. Complessivamente, nel quinquennio si registrerà un incremento di 104,01 miliardi (+13,38%). Aumenteranno sia le entrate tributarie sia quelle derivante dai cosiddetti contributi sociali (previdenza e assistenza).
Per quanto riguarda le entrate tributarie l’aumento interesserà sia le imposte dirette (come quelle sui redditi di persone e società, a esempio Irpef e Ires) sia le imposte indirette (tra cui l’Iva): le imposte dirette cresceranno in totale di 34,2 miliardi (+14,43%) mentre le indirette subiranno un incremento di 45,5 miliardi (+18,43%). Il sostanziale giro di vite su Irpef, Ires e Iva sarà pari a 79,4 miliardi (+16,36%). I versamenti relativi alla previdenza e all’assistenza cresceranno dal 2015 al 2019 di 22,02 miliardi (+10,18%).
L’incremento delle entrate tributarie e di quelle contributive, continua Unimpresa, farà inevitabilmente salire la pressione fiscale. Nello stesso Def, il peso delle tasse rispetto al pil è infatti previsto in aumento: quest’anno si attesterà al 43,5% (stesso livello del 2014), nel 2016 e nel 2017 salirà al 44,1%, nel 2018 si fermerà al 44% per poi calare leggermente al 43,7% nel 2019. Nello stesso arco di tempo, la crescita economia, stando alle previsioni del governo, sarà timida: il pil non farà scatti in avanti significativi ed è infatti dato in aumento dello 0,7% nel 2015, dell’1,4% nel 2016, dell’1,5% nel 2017, dell’1,4% nel 2018 e dell’1,3% nel 2019.
Nessun intervento rigoroso, aggiunge l’associazione, sul bilancio statale: le uscite saliranno costantemente rispetto agli 826,2 miliardi del consuntivo 2014. Nel 2015 saliranno a 827,1 miliardi, nel 2016 a 842,1 miliardi, nel 2017 a 844,6 miliardi, nel 2018 a 854,4 miliardi e nel 2019 a 864,1 miliardi. Complessivamente, nel quinquennio si registrerà un incremento della spesa pubblica pari a 37,8 miliardi (+4,58%). L’incremento è legato esclusivamente alle uscite correnti (acquisti, appalti, stipendi) che, nel quinquennio, aumenteranno di 44,6 miliardi (+6,45%).
In diminuzione, invece, la spesa per interessi sul servizio del debito che beneficerà verosimilmente della riduzione del divario di rendimento tra i titoli di Stato italiani e quelli tedeschi: il tesoretto legato allo spread sarà pari a 7,5 miliardi tra il 2015 e il 2019 (-10,03%), ma verrà di fatto bruciato dagli aumenti delle altre voci di spesa, piene di sprechi non toccati.
Resta invariata, invece, conclude Unimpresa, la voce “uscite in conto capitale”, che corrisponde agli investimenti pubblici, stabile attorno a circa 60 miliardi l’anno: nel quinquennio si registrerà un lievissimo incremento pari a 724 milioni (+1,23%).

giovedì 16 aprile 2015

ALFANO: CONSULENZE PUBBLICHE ALLA MOGLIE E APPALTI EXPO ALL’AVVOCATO



Che Angelino Alfano sia un ministro miracolato (dal caso dell’espulsione illegittima della dissidente Alma Shalabayeva alle manganellate della polizia agli operai delle acciaierie di Terni, in due anni appena il Parlamento ha già votato – e respinto – due richieste di dimissioni) è cosa nota.Meno nota, invece, è la rete di “relazioni pericolose” del titolare dell’Interno, e l’intreccio di interessi politici e economici che “L’Espresso” in edicola venerdì è in grado di raccontare per la prima volta.
Partendo dalla moglie del ministro dell’Interno Angelino Alfano, Tiziana Miceli, che ha appena avuto cinque consulenze dalla Consap, la concessionaria dei servizi assicurativi pubblici controllata dal ministero dell’Economia che fornisce servizi al ministero dell’Interno e a quello dello Sviluppo Economico.
In una dichiarazione firmata il 24 febbraio 2014 la Miceli dichiara di essere già «titolare di incarichi di assistenza legale conferiti da Consap», ma tra fine 2014 e l’inizio del 2015 lo studio della Miceli (il poco conosciuto RM-Associati, di cui risulta socio anche Fabio Roscioli, avvocato di Alfano) ha ottenuto altri cinque incarichi, l’ultimo a fine gennaio. 

REGIONE SICILIA: I BOSCHI DATI IN CONCESSIONE. PRONTI I DISBOSCAMENTI


La denuncia dei 5 Stelle:
In provincia di Enna è attiva una centrale a biomasse da 21,7 MW di potenza, un mostro mangia legna insomma (all’occorrenza sarà un delizioso inceneritore!!). L’azienda che gestisce l’impianto, la Sper Spa, composta da 2 società: la italo-tedesca RWE Innogy che detiene l’80%, la Fri-El Green Power con il 20%, ha siglato un contratto con la Regione Siciliana per il disboscamento delle aree del centro Sicilia per ricavarne legna da bruciare nella centrale.
10 MILA ettari di bosco nel cuore della Sicilia rasi al suolo da poter utilizzare in 10 anni. Questo prevede l’accordo tra la Regione e la Sper Spa. Di assurdità questo accordo ne ha parecchie, dal danno ambientale che si rischia, fino al serissimo rischio idrogeologico al quale si sta sottoponendo il territorio, dall’enorme quantità di alberi tagliati con conseguente distruzione del paesaggio, fino all’enorme quantità di CO2 immessa nell’aria bruciando tutta questa legna, ma alla fine il dato che salta di più all’occhio è che la Regione in tutto questo non ci sta guadagnando nulla, anzi ci sta facendo la figura del pollo, se ovviamente riteniamo che le scelte siano fatte in buonafede, altrimenti non si tratterebbe più di ingenuità ma a quel punto dovrebbe intervenire la magistratura. Sapete perché dico questo?
Perché la Regione ha dato alla Sper Spa la possibilità di disboscare per 10 anni 10 MILA ettari di terreno per soli 4,3 milioni di euro per tutto il periodo contemplato(430 mila euro all’anno), mentre la stessa Sper dalla vendita dell’energia elettrica al gestore della rete, ne ricava circa 40 MILIONI di euro all’anno! Insomma un vero affare per il privato e la solita fregatura per il pubblico. È il momento di agire per fermare tutto ciò.
Abbiamo chiesto all’Assessore di convocare i Sindaci dei comuni interessati per sentire i loro pareri, abbiamo chiesto di visionare il contratto siglato fra Sper e Regione ed infine abbiamo presentato una mozione per impegnare il governo regionale a sospendere, controllare e, nel caso, revocare tutte le autorizzazioni. Disboscare è un crimine! (Giancarlo Cancelleri, deputato 5 Stelle, Regione Sicilia)
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lunedì 13 aprile 2015

CROLLA UN’ALTRA STRADA IN SARDEGNA E IL SOFFITTO DI UNA SCUOLA: NON SIAMO PIÙ AL SICURO

Un crollo dietro l’altro mette a rischio chi viaggia in macchina ma anche i bambini che vanno a scuola. Il Paese crolla a pezzi e sotto le macerie restiamo noi

Ecco cosa scrive Il giornale.
Un altro crollo, questa volta in Sardegna. Dopo il crollo di parte dell’autostradaPalermo-Catania, ora un tratto della Statale che doveva collegare Cagliari alle località turistiche – la “Nuova 554″ – è stato colpito: l’asfalto è esploso e tra le quattro corsie si è creata una voragine di oltre un metro, per colpa di uno smottamento.
“Sei anni fa i primi rilevanti crolli, i tentativi maldestri di nascondere tutto, il tracollo dell’opera con l’apertura in questi ultimi giorni di una vera e propria voragine a quattro corsie, uno strato di asfalto dello spessore scandaloso di oltre un metro.
Emergono particolari inquietanti sullo scandalo della strada statale 554 che ormai da trenta giorni è vietata al traffico con tanto di ordinanza senza tempo”, denuncia il deputato di Unidos, Mauro Pili, che domenica 12 aprile si è recato nuovamente all’altezza del crollo della strada per un sopralluogo.
Nell’aprile del 2009 i rilevatori georeferenziati di Google rilevavano e registravano in quel tratto di strada crolli evidenti e premonitori di quello che stava per accadere in quel tratto di strada. “Qualcosa di più di semplici segnali ma vere e proprie trincee – attacca Pili – che non potevano certo essere annoverate come assestamenti ordinari della piattaforma stradale. In queste ore il grande crollo si sta trasformando in una vera e propria voragine facendo emergere elementi che costituiscono di per sé una prova evidente della negligenza con la quale si è operato in quel tratto di strada”. A questo episodio va legato anche quello del crollo di un pilone di un viadotto sulla Palermo-Catania che da circa 72 ore divide in due l’Isola. E come se non bastasse dopo le strade continuano a crollare pure le scuole. Almeno due bambini sono rimasti feriti nel crollo del soffitto di un’aula della scuola elementare Enrico Pessina di Ostuni, in provincia di Brindisi. Non siamo più al sicuro sulle strade e nemmeno i bimbi tra i banchi di scuola.



venerdì 10 aprile 2015

Poveri che pagano pensioni ai ricchi in cambio di un futuro da miserabili!Questa è l’Italia di oggi. Sapete perchè Renzi ha aumentato i contributi da pagare da parte delle partite iva?


Poveri che pagano pensioni ai ricchi in cambio di un futuro da miserabili!Questa è l’Italia di oggi.
Sapete perchè Renzi ha aumentato i contributi da pagare da parte delle partite iva? Per pagare le pensioni d’oro… Si avete capito bene, proprio quelle che aveva promesso di  tagliare quando era in campagna elettorale per diventare il segretario del suo partito!

Anche al popolo delle partite iva il premier Matteo Renzi aveva promesso mari e monti. Ma nelle legge di stabilità per gli autonomi ci sono solo brutte sorprese: più tasse e più contributi previdenziali. Un salasso che potrebbe costare a ogni lavoratore ben 2.500 euro l’anno. Per non avere nulla in cambio.Infatti i fortunati che oggi hanno tra i 30 e 40 anni avranno una pensione inferiore alla minima, gli sfortunati (i disoccupati che non riescono nemmeno a lavorare da precari)non avranno assolutamente nulla: una vera e propria bomba sociale.


Ma allora il governo perchè ha aumentato i contributi previdenziali a danno delle partite iva?Non di certo per dare in futuro una migliore pensione ai piccoli imprenditori,ma per pagare le pensioni d’oro,le quali non sono mai state tagliate,e che vengono pagate proprio grazie ai contributi di precari e partite iva.
Manuele Bonaccorsi è andato a chiederne conto al ministro del lavoro Giuliano Poletti.Di seguito vi mostriamo l’intervista  sopracitata andata in onda nella trasmissione “La Gabbia” su La7.




Nel video seguente è presente anche una “parentesi” sui pensionati più ricchi d’Italia,partendo da un ex dipendente del comune di Perugia che percepisce oltre 600mila € l’anno! Più della Merkel e di Obama! Avete capito bene, UN EX DIPENDENTE COMUNALE….




giovedì 9 aprile 2015

La storia di Daniela che, abbandonata dallo stato, si ribella: “Non pago più le tasse per curarmi il tumore” !!

Daniela,40enne piccola imprenditrice toscana,ammalata di tumore e non tutelata dalle nuove norme del governo sulle partite iva.Ecco la sua rivolta.


Io, ammalata di tumore e abbandonata dallo Stato, non pago più le tasse.Con i soldi che vuole l’INPS mi ci curo“: questa è la rivolta fiscale di Daniela, 40enne toscana e lavoratrice a partita iva, che ha raccontato la sua storia a Danilo Lupo ,in un’intervista andata in onda nella trasmissione “La Gabbia” su La7.
In virtù dei suoi numerosi appelli,è riuscita a farsi ricevere dalla commissione lavoro della Camera dei Deputati (cosa che accade molto raramente),ed ha portato la propria storia in Parlamento, chiedendo tutele per chi si ammala , ma la risposta è stata desolante:”Purtroppo il governo ha ammesso fatto un errore sulle partite Iva“.

martedì 7 aprile 2015

Papa Francesco all’attacco: “Il mondo sottomesso ai mercanti di morte”


“E pace chiediamo per questo mondo sottomesso aitrafficanti di armi”, la voce si ferma, riprende più profonda: “cheguadagnano con il sangue degli uomini e delle donne“.
E’ l’invocazione, – una ammonizione che vuole farsi speranza, – di papa Francesco, nel Messaggio pasquale ‘Urbi et Orbi’  dalla Loggia delle Benedizioni, dopo aver celebrato in San Pietro la messa.
Il messaggio di pace del papa latinoamericano ha messo l’accento sui vari focolai di guerradel mondo, ognuno con le sue caratteristiche di violenza, i tentativi di pacificazione, l’uso della religione per uccidere, gli interessi economici che armano le mani degli assassini: Siria, Iraq, Terrasanta, Libia, Yemen, Nigeria, Sud-Sudan, varie regioni del Sudan e della Repubblica democratica del Congo, con un pensiero agli studenti massacrati a Garissa in Kenya; L’Ucraina.
Poi papa Bergoglio ha incluso nella sua invocazione sia di pace che di “libertà”, gli ultimi del mondo: uomini e donne soggetti a varie forme di schiavitù, le vittime dei trafficanti di droga, gli emarginati, i carcerati, i poveri, i migranti spesso rifiutati, maltrattati e scartati, i bimbi, specie quelli vittime di violenza, quelli che oggi sono in lutto.

lunedì 6 aprile 2015

Lo schifo si allarga sempre di più: Non solo D’Alema, la Coop finanziava anche Renzi, Bersani e anche Meloni !! MA ancora non ci decidiamo a mandarli tutti a casa a calci in culo?


Non solo Massimo D’Alema. Emergono sempre nuovi particolari dalle carte dell’inchiesta di Napoli  sui finanziamenti della cooperativa Cpl Concordia. Secondo quanto riporta Il Fatto Quotidiano avrebbe finanziato una cena elettorale di Matteo Renzi, ha versato 17.000 euro al Pd di Roma e ha dato contributi elettorali un po’ a tutti: a Ugo SposettiedEugenio Patané del Pd, al comitato “Per Ignazio Marino sindaco di Roma”, alla lista civica Zingaretti e al Pd marchigiano. Ma le elargizioni erano bipartisan perché dalle carte dell’inchiesta spunta il nome dell’esponente diFratelli d’ Italia Antonio Paravia e al comitato “Io sto con Giorgia Meloni”
Solidarietà – E poi soldi al comitato di Bersani. Tra il 2013 e il 2014 sono emerse altre donazioni: 10.000 per il senatore Ugo Sposetti(Pd); 5.000 per il deputato Alfredo D’ Attorre;10.000 per la lista civica Zingaretti e altri 10.000 per il comitato Zingaretti; 6.000 per una cena elettorale dicoppia Zingaretti-Marino;2.000 per il comitato “io sto con Giorgia Meloni” e 3.000 per Antonio Paravia di Fratelli d’ Italia; 2.500 per Ignazio Marino sindaco di Roma e 5.000 per Antonio Decaro sindaco di Bari; 2.000 per il mandato a Strasburgo di Cecile Kyenge e 4.000 per l’ ex ministro Flavio Zanonato; 1.000 per Antonella Forattini in Lombardia e 10.000 per Eugenio Patané, consigliere regionale poi indagato a Roma nell’ ambito di Mafia Capitale; 17.000 per il Partito democratico della provincia di Roma. Non solo politici, Ma anche solidarietà: centinaia di euro, sono state versate per le associazioni locali, per un progetto a Chernobyl, per i genitori con figli disabili, per un omaggio alla fondazione di Umberto Veronesi. Un investimento maggiore per la beatificazione di Giovanni Paolo II vale uno sforzo in più, 25.000 euro. Una pioggia di soldi anche ai preti di tante parrocchie.

La oscena senatrice Pd: “La Pezzopane? La metto a pecorina. E mentre lo facciamo lei urla e mi dice di…”


Stefania Pezzopane, il compagno Simone Coccia Colaiuta: “La pecorina è la sua posizione preferita. Mi urla di non fermarmi e che la faccio impazzire”

Se doveva essere un servizio volto a dissipare ogni dubbio sulla relazione tra la senatrice Stefania Pezzopane e Simone Coccia Colaiuta, l’effetto ottenuto è stato decisamente quello opposto. Il servizio delle Iene andato in onda giovedì sulla chiacchierata relazione tra la cinquantacinquenne esponente democratica e il trentunenne ex spogliarellista non ha lasciato quasi niente all’immaginazione.  Soprattutto lui è apparso particolarmente in vena di confessioni intime, svelando che l’illustre partner l’ha subito colpito perché «è una bella gnocca», che d’altronde «ha due tette grandi da paura». Quando sono nell’intimità, ha continuato lui, la senatrice non fa altro che urlare «vai, Simone, vai, continua, me stai a fa’ impazzi’».
E per chiudere in bellezza, la posizione preferita di Simone è, testuale, «Stefania a percorina, ovvio». Già, ovvio. Il trasporto e la carica sessuale dell’ex tronista, con questa ostentazione di dettagli piccanti, sono subito apparsi autentici come un Rolex sugli scaffali di una bancarella cinese. E le recenti paparazzate che vedono l’uomo in atteggiamenti intimi con aitanti starlette non contribuiscono certo a cementare l’unione. Ma questi, alla fin fine, sono fatti loro, come i due hanno ribadito alle Iene. E su questo non ci piove. O meglio, qualche goccia cadrebbe pure, visto che reclamare il diritto alla privacy parlando delle proprie acrobazie sessuali in tv è quanto meno contraddittorio e visto anche che il partito della senatrice ha costruito una linea politica decennale sul fatto di spiare dal buco della serratura altrui, ma sorvoliamo. Magari, però, i saputelli delle Iene avrebbero potuto approfittare dell’occasione per porre qualche domanda un po’ più scomoda di «qual è la vostra posizione preferita?».
Una per esempio è questa: «Senatrice Pezzopane, quando ha maturato la convinzione di buttarsi a capofitto in quel modello antropologico berlusconiano da lei un tempo tanto aborrito?». Già perché l’esponente del Pd è una antiberlusconiana della prima ora, già sodale di Sabina Guzzanti nell’operazione Draquila ed ex vicepresidente della Giunta per le immunità, quella che ha sbattuto il Cav fuori dal Parlamento. Ecco, non sarebbe stato interessante sapere com’è che questo pezzo di antiberlusconiana sia finita da Barbara d’Urso a fare la gattina innamorata con un ex tronista di Uomini e Donne?
Beninteso, per noi la Pezzopane può anche fare un servizio fotografico vestita da ragazza fast food come Tinì Cansino al Drive In nel 1983, ma la conversione desta oggettiva curiosità. Così come è interessante sapere come la Pezzopane sia finita (lo testimoniava una foto girata tempo fa) in una vasca idromassaggio con Gennaro Bonifacio, detto Rino, ex re dei narcotrafficanti.
Dopo varie condanne e diversi anni di prigione, l’uomo si è ovviamente redento e ha iniziato una carriera da scrittore. Buon per lui. Ma certo sapere come abbia conosciuto una senatrice della repubblica sarebbe stato più interessante che sentirci raccontare di lei «alla pecorina».