lunedì 9 febbraio 2015

Quartiere luci rosse, Ignazio Marino vuole spedire a casa le multe da 500 euro a chi cerca prostitute fuori dall'area L'Huffington Post



Un'area di tolleranza per la prostituzione  e, fuori da essa, multe da spedire a casa dei clienti delle lucciole. È l'ultima idea del sindaco di Roma, Ignazio Marino, che rilancia la contestata proposta del quartiere a luci rosse nella Capitale , che dovrebbe sorgere da aprile in una non precisata zona dell'Eur.
Il sindaco spiega che la ratio del provvedimento è "individuare dei luoghi dove il fenomeno non è tollerato, come parchi pubblici in cui vanno le famiglie. I clienti, allora, dovrebbero ricevere a casa una multa in cui si dice chiaramente che la sanzione di 500 euro è legata al fatto che si intrattenevano con prostitute". Un deterrente che, tuttavia, in passato è rimasto incagliato nelle maglie della Cassazione. "Non si può fare" taglia corto il Garante della Privacy, " a normativa vigente la notifica delle sanzioni deve avvenire con modalità tali da garantire la riservatezza del destinatario, non deve rendere evidente la violazione commessa". La proposta Marino rientra in un'idea di "gogna" che è "una visione un po' medievale - conclude il Garante - del contrasto di un fenomeno criminale".
Anche il prefetto Giuseppe Pecoraro è contrario. "Tutta questa storia è una boutade, non ci sono riferimenti normativi - dice - anzi, una legge c'è: si chiama Merlin. Fare ciò che vorrebbe fare Marino senza un intervento del Governo o del Parlamento è un reato: è favoreggiamento della prostituzione".
Anche nel partito di Ignazio Marino c'è maretta. La Repubblica scrive che Matteo Orfini, commissario del Pd romano, è furibondo e ha convocato un vertice per "sollecitare una riflessione più approfondita". Esce allo scoperto l'ex sindaco di Roma, Francesco Rutelli, residente all'Eur: "In Italia la prostituzione è lecita, ma è illecito favorirla e non c'è dubbio che in questo caso si organizzerebbe una sorta di mercato del sesso" dice in un'intervista alla Repubblica, definendo questa "un'idea bislacca da parte di un'amministrazione pubblica". Poi chiarisce: quello di Marino di proteggere le famiglie è un "intento nobile e sacrosanto", ma "senza una legge, lui non può fare nulla. Certo, se poi lo Stato vuole far pagare le tasse alle prostitute, registrare i clienti, spetterà al Parlamento occuparsene: ma dubito che accadrà. Con la legge Merlin, l'Italia ha abolito le case chiuse 60 anni fa, adesso dovremmo creare le strade chiuse?".

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