domenica 15 febbraio 2015

LA RICETTA GRILLO: “Diminuire i Parlamentari, abolire i Senatori a vita, indire Referendum per democrazia diretta”



Il leader del Movimento 5 Stelle interviene con forza nella polemica sulle riforme costituzionali, in discussione proprio in questi giorni: “La Costituzione non è il Vangelo, il Corano o il Talmud. Per qualcuno però lo è, rappresenta le tavole della Legge di Mosè e ne fa un uso religioso, fideistico. La agita in manifestazione come il libretto rosso di Mao. La Costituzione è un testo scritto da uomini in carne ed ossa, non da semidei, nel secondo dopoguerra.
E’ entrata in vigore il 1° gennaio 1948, 63 anni fa.Il mondo è cambiato da allora. Molti suoi articoli sono condivisibili, altri meno o per nulla, altri ancora appartengono a un mondo ideale o sono stati rinnegati o non hanno avuto nessun lieto fine nella realtà perchè mai applicati. E’ un testo di 139 articoli, scritto dopo le macerie della Seconda Guerra Mondiale e la fine del fascismo, che esclude i cittadini dalla possibilità di proporre delle leggi, è una Costituzione in partediversamente democratica.”
Ma qual è la ricetta ideale per cambiare la costituzione? Secondo Beppe Grillobisognerebbe partire da pochi punti fondamentali:
– diminuzione dei senatori, troppi e inutili: bisognerebbe ridurre dagli attuali 315 amassimo 100;
– creazione di un senato federale, che tenga conto delle istanze delle singole Regioni e che sancisca una netta differenza con le attività della Camera;
– abolizione dei senatori a vita e sostituzione con dei senatori “a tempo”, con un massimo di7 anni e poi a casa;
– uguaglianza di genere, cioè equilibrio di rappresentanza tra uomini e donne;
– istituzione di un referendum popolare propositivo, strumento di democrazia direttacon la quale il popolo sovrano esprime la sua volontà senza passare dal Parlamento; i cittadini in caso di inerzia delle camere devono poter andare alle urne e approvare un testo normativo;
– eliminazione di Province e CNEL;
– eliminazione dei conflitti di attribuzione delle competenze tra Stato e Regione.
Insomma, proposte chiare e concrete, di facile attuazione, che vadano incontro alle esigenze della società odierna, la quale si rispecchia sempre meno nelle attuali istituzioni.

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