Non c’è prova più schiacciante di quella venuta fuori qualche giorno fa per dimostrare l’innocenza dei marò,e nonostante ciò non riescono a riportarli a casa.
I media tacciono ,il governo dorme e l’India cerca da anni un pretesto per condannarli definitivamente e scaricare su di loro colpe inesistenti.
A dimostrare la loro innocenza sarebbe una e-mail che,data l’ora di invio,il mittente e il contenuto,fa capire che l’uccisione dei pescatori e la sparatoria tra l’Enrica Lexie e il barchino sarebbero due incidenti differenti,e l’India sta cercando di addossare le colpe della morte dei pescatori ai marò.
Come riferisce liberoquotidiano.it:
Una email che potrebbe segnare la definitiva svolta nel caso dei nostri marò, Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, accusati di aver ucciso due pescatori indiani imbarcati su un peschereccio scambiati per pirati il 15 gennaio 2010, e da allora prigionieri in India.
Il comandante dell’Enrica Lexie, il cargo a bordo del quale prestavano servizio i due militari italiani, in quel maledetto giorno con un messaggio di posta elettronica avvisò le autorità (l’ armatore Fratelli D’Amato e anche la nave militare Grecale e al marittime Security Centre Horn of Africa e all’United Kingdom Marine Trade operations) di aver subito un’aggressione da parte dei pirati ,fa in particolare riferimento a un’aggressione operata da sei persone armate. Quella email fu spedita alle 19.15 del 15 febbraio 2010. Peccato però che l’armatore del peschereccio colpito, il S. Antony, ha sempre affermato che gli spari che uccisero due dei suoi pescatori furono esplosi alle 21.30 La bellezza, dunque, di due ore e un quarto dopo la email del comandante.
Il messaggio, in buona sostanza, dimostrerebbe che quel giorno si verificarono due incidenti differenti: quella sera ci sarebbero state due sparatorie, un elemento che potrebbe scagionare i fucilieri di Marina. Una discrepanza temporale che, come detto, potrebbe ribaltare il destino dei nostri marò,il quali sono ingiustamente prigionieri ormai da tre anni.
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